BioMusica
Nata da diverse esperienze di musicoterapia, la mia BioMusica™ vuole risolvere uno dei più annosi problemi legati alle metodologie di indagine interiore: come evolversi quando non si ha più bisogno di “terapie” bensì di autenticazione?
Nella BioMusica™ che propongo, a turno, tutti i partecipanti conducono e vengono condotti attraverso l’uso libero di musica spontanea, danza o movimento naturale ed esercizi meditativi che amplificano la percezione corporea.
In questa attività non solo il corpo è può esprimersi spontaneamente, ma è anche svincolato da qualsiasi ruolo possa essergli attribuito affinché possa godere di un’autentica sensazione di libertà.
Qui, infatti, non ci sono esperti e meno esperti né tantomeno principianti: si è tutti uguali di fronte alla musica che la Vita suona attraverso i partecipanti i quali diventano strumenti riverberanti della sorgente di tutte le cose.
L’unica memoria da tenere attiva, perlomeno nei primi minuti, è quella di ascoltarsi mentre si respira. Riprendere il contatto con il mantice polmonare, con il diaframma, con il cuore e gli intestini affinché l’ossigeno nutra ogni parte dell’organismo e lo porti a rinascita.
Il tutto viene vissuto come un sogno a occhi chiusi e anima aperta.
Uno dei partecipanti di più lungo corso, amico prima e cliente poi, medico di professione e poeta di mestiere, il Dott. Rocco Cuzzupoli, la racconta così con i suoi versi:
“La stanza in penombra:
Un collage di suoni,
Timbri e ritmi inarticolati,
Di toni irregolari di strani strumenti,
Misti a perfette vibrazioni
Di violini e chitarre, tamburi e campane,
Scandite da dolcissime note,
In una intermittenza di attimi,
Altisonanti, eccitanti,
Incontenibili emozioni,
Silenzi di assestamento nella mia anima.
Mi ritrovo travolto e trascinato
Fuori dagli spazi reali,
In un concerto sublime e delicato
Che assomiglia alla vita,
Con toni più elevati o più bassi,
Alternanza di sacro misto a profano,
Glorie intersecate da oltraggi.
Con la mente, scorgo una siepe spinosa da attraversare:
Tenderò la mano a quel giallo rosaio
Che a malapena intravedo oltre il muro. Non mi ferirò.
E danzo, danzo, danzo,
Incoscientemente muovo il mio corpo,
Con armonia ed equilibrio, dignità e fierezza.
Poi lentamente mi fermo.
Il suono si abbassa, esco dal sogno.
E sono sereno.